In caso di rapporto non protetto durante i giorni a rischio, la contraccezione di emergenza evita gravidanze indesiderate.
Nell’ambito della contraccezione e della pianificazione familiare sono stati compiuti enormi progressi, essenzialmente riconducibili all’utilizzo diffuso e consapevole dei vari sistemi anticoncezionali: dalla pillola, sempre più sicura e maneggevole, all’uso corretto del preservativo, ai dispositivi intrauterini (IUD, Intra Uterine Device).
Tuttavia, nonostante l’ampia disponibilità di presìdi, non mancano momenti in cui la coppia si trova nella necessità di ricorrere alla contraccezione di emergenza: o per errori involontari (dimenticanza nell’assunzione delle pillole contraccettive, rottura o non corretto uso del preservativo) o perché, non ricorrendo ai classici sistemi anticoncezionali, la coppia ha avuto un rapporto non protetto in giorni a rischio (cioè, nella fase ovulatoria che si pone all’incirca a metà di un ciclo regolare di 28 giorni).
Contraccezione di emergenza: la pillola del giorno dopo
Il farmaco – con i nomi commerciali di “Afterel”, Escapelle”, “Norlevo”, “Stromalidan”, con prezzi variabili tra gli 11 e i 13 euro, approvato dal Ministero della Sanità nel 2000 – non richiede alcuna prescrizione medica per le pazienti di età pari o superiore a 18 anni. È a base di levonorgestrel, un ormone progestinico che blocca l'ovulazione e che, pertanto, tecnicamente parlando, non provoca l'interruzione di una gravidanza anche se, su questo aspetto, le posizioni degli esperti divergono. Secondo alcuni, infatti, il progestinico, modificando la struttura dell’endometrio, di fatto interferirebbe con l’annidamento di un uovo già fecondato.
La pillola deve essere assunta entro 72 ore dal rapporto a rischio, con efficacia massima se assunta entro 24 ore. Anche in caso di assunzione tempestiva, rimane tuttavia un modesto rischio di gravidanza che si attesta attorno al 2.15%. L’inefficacia è dovuta al fatto che, in caso di rapporto non protetto molto vicino all’evento ovulatorio, il farmaco non riesce né a bloccare né a ritardare l’ovulazione.
Contraccezione di emergenza: la pillola dei 5 giorni dopo
Questo nuovo preparato, con il nome commerciale di “EllaOne”, a base di Ulipristal acetato, è disponibile dall’aprile del 2012 tra i farmaci in fascia C, con un costo di 26.90 euro. Dal 21 aprile 2015 il farmaco, come il Levonorgestrel, non richiede alcuna ricetta medica per le pazienti di età pari o superiore a 18 anni.
Come sottolineato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la pillola dei 5 giorni dopo non ha effetti abortivi ma contraccettivi. Infatti, il meccanismo d'azione dell’Ulipristal acetato è quello di ritardare o, addirittura, inibire in maniera selettiva l'ovulazione e, quindi, la fecondazione. Dati farmacodinamici mostrano che, anche se assunto immediatamente prima del momento in cui è prevista l’ovulazione, Ulipristal acetato è in grado di posticipare la rottura follicolare. Pertanto, se assunto entro 24 ore da un rapporto sessuale non protetto o non adeguatamente protetto, è in grado di funzionare anche quando il rischio di gravidanza è massimo, ovvero poco prima dell'ovulazione.
Il farmaco ha maggiore efficacia e tollerabilità rispetto alle più vecchie preparazioni a base di Levonorgestrel. Se ne stima infatti un’efficacia, se correttamente assunto, superiore al 98%: assunto entro le prime 24 ore dal rapporto è tre volte più efficace del Levonorgestrel, due volte di più se assunto nelle prime 72 ore, mantenendosi efficace fino a cinque giorni dal rapporto a rischio.
La nuova pillola, in dose unica, va dunque assunta prima possibile e non oltre le 120 ore dal rapporto non protetto. È indicata anche in associazione con un metodo contraccettivo che non sia stato utilizzato adeguatamente (ad esempio, se la donna ha dimenticato di assumere 2 o più pillole anticoncezionali; se si è determinato un distacco del cerotto; se si è verificata la rottura del preservativo). È sicuramente indicata in caso di violenza sessuale.
Gli effetti collaterali più comunemente riferiti quali cefalea, nausea, dolori addominali e capogiri – peraltro del tutto simili a quelli descritti con il Levonorgestrel – sono di lieve entità e, solitamente, ben tollerati.
Come con il Levonorgerstrel, dopo l’assunzione la mestruazione può presentarsi in anticipo o in ritardo di alcuni giorni rispetto alla data prevista. Anche con questa nuova formulazione, in caso di vomito nelle prime tre ore dall’assunzione, è necessario assumere una seconda compressa.
Va sottolineato che queste pillole non possono sostituire in alcun modo un metodo contraccettivo di routine, restando un metodo di emergenza.
Contraccezione di emergenza: inserimento dello IUD al rame
Lo IUD è un piccolo supporto in plastica avvolto da un filo di rame (da cui il nome comune di "spirale") che viene inserito nell'utero tramite una piccola cannula flessibile, preferibilmente durante il ciclo mestruale. L’applicazione deve essere eseguita da un medico esperto.
Gli ioni di rame rilasciati dallo IUD bloccano i movimenti e la sopravvivenza degli spermatozoi nell'utero, impedendo loro di raggiungere l'ovulo e di fecondarlo. La spirale provoca anche una leggera reazione infiammatoria che modifica il rivestimento interno dell'utero (endometrio) impedendo, in tal modo, l’annidamento dell’ovulo fecondato. Questa duplice azione, che si verifica precocemente dopo l’inserimento, rende il sistema immediatamente efficace.
L’inserimento dello IUD è il sistema più efficace tra quelli in uso per la contraccezione di emergenza e la sua efficacia, se applicato entro 4-5 giorni dal rapporto a rischio, è stimata attorno al 99%.
All’indubbio vantaggio rappresentato dall’elevatissima efficacia contraccettiva, che lo rende un sistema valido e permanente, si affiancano alcuni svantaggi rappresentati dagli alti costi, dovuti sia all’acquisto dello IUD (circa 70 euro) sia alla sua applicazione, dalla necessità di un medico esperto, dal disagio dell’applicazione, dalla non accettabilità etica per alcuni.
Le spirali medicate al progesterone non sono invece indicate per la contraccezione di emergenza in quanto l’azione anticoncezionale, legata al rilascio del progestinico, si raggiunge dopo qualche giorno.
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