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Assorbenti interni: sicurezza e rischi dei tamponi intimi

Discreti e invisibili, perfetti anche a mare. Gli assorbenti interni possono essere usati fin dal primo giorno di ciclo, anche se si è ancora vergini.


Che cosa sono e come sono fatti gli assorbenti interni

Gli assorbenti interni sono dispositivi igienici che vengono inseriti in vagina durante le mestruazioni e possono essere utilizzati fin dal primo giorno del ciclo. Discreti, perché invisibili, offrono alle donne il vantaggio di sentirsi più disinvolte e sicure anche al mare, durante lo sport o con un abbigliamento chiaro o aderente. Impediscono la sensazione di umidità delle parti intime e il disagio del caratteristico odore mestruale.

Realizzati in fibre altamente assorbenti, come il cotone idrofilo purissimo e il rayon, gli assorbenti interni sono tamponi di forma cilindrica e punta arrotondata, con un cordone pendulo che va mantenuto all’esterno della vagina e che facilita la rimozione. Alcuni tipi di assorbenti interni sono provvisti di un apposito applicatore monouso in cartoncino.

In commercio esistono vari tipi di assorbenti interni di diverse misure per adattarsi al tipo di flusso. Il grado di assorbenza è generalmente indicato sulla confezione con il simbolo delle gocce (da 1 a 4 o più gocce) e viene suggerito dalla dimensione specificata (da “mini” per flussi leggeri o per gli ultimi giorni di ciclo mestruale a “ultra” o “super” per flussi molto abbondanti).

Per un maggiore comfort, solitamente si raccomanda di utilizzare l'assorbente interno con un grado di assorbenza inferiore rispetto a quello che verrebbe considerato con un assorbente esterno.

Gli assorbenti interni possono essere usati anche per contenere perdite di sangue abbondanti fuori dal periodo mestruale, o durante l’ovulazione, in caso di perdite bianche particolarmente abbondanti.


Le domande più comuni sugli assorbenti interni

L’assorbente interno è difficile da inserire, è doloroso? Dopo quanto tempo va cambiato? Si può usare l’assorbente interno se si è ancora vergini? Può restare bloccato? Il cordino si può staccare? È pericoloso? Che cos’è la Sindrome da Shock Tossico (TSS)?: sono solo alcune delle domande più frequenti che le donne rivolgono al ginecologo e ai motori di ricerca per inesperienza, timore e perfino pregiudizio, alla ricerca di risposte sugli assorbenti interni e sul loro utilizzo.

Solitamente nelle confezioni di assorbenti interni è presente un foglietto che illustra come procedere. In ogni caso l’applicazione dell’assorbente interno è semplice a patto che durante l'inserimento si mantenga una posizione comoda e adeguata (ad esempio sedendosi a gambe divaricate sul WC) e non si contraggano i muscoli vaginali. È importante anche che il tampone venga inserito completamente in vagina lasciando il cordino all'esterno.

Un corretto utilizzo dell'assorbente interno non provoca fastidio: il tampone è applicato bene quando è indossato non si avverte la sua presenza. Se l’assorbente è di impiccio o sembra fuoriuscire è bene estrarlo e inserirne un altro.

È importante lavare bene le mani prima e dopo l’inserimento.


Quando cambiare l'assorbente interno?

Normalmente, è consigliabile sostituire il tampone all'incirca ogni quattro ore anche se il cambio dipende dall'abbondanza del ciclo e dalla sensazione di pulito percepita. In ogni caso è sconsigliato tenere l'assorbente interno per più di sei-otto ore consecutive e ciò allo scopo di evitare la proliferazione di batteri e scongiurare l’eventuale rischio di infezioni. Non è invece necessario il cambio del tampone dopo l'evacuazione o la minzione.

Buona norma è anche alternare l'utilizzo degli assorbenti interni ed esterni ed evitare di indossarli di notte e quando si è in casa.


Uso del tampone in caso di infiammazioni

Il tampone intimo è un grande alleato dell’igiene femminile ma il suo utilizzo è sconsigliato in caso di vaginiti o infiammazioni in quanto, oltre all’azione irritativa di un corpo estraneo, il dispositivo impregnato di sangue diventa un ottimo terreno di coltura per germi, favorendo ulteriormente lo sviluppo dell’infezione.


Assorbenti interni anche in caso di verginità

Gli assorbenti interni possono essere utilizzati anche se non si è ancora avuto il primo rapporto sessuale, quando l’imene è intatto. La membrana dell'imene, infatti, non viene lacerata dall’inserimento del tampone (in questo caso sono da preferire i mini).

In caso di difficoltà ad applicare il tampone è consigliabile non forzare e chiedere consiglio al ginecologo.


Dolore nell’inserimento del tampone e nei rapporti sessuali

Soprattutto quando non si è ancora avuto il primo rapporto sessuale, il dolore nell’inserimento dell'assorbente interno potrebbe essere un segnale che predice difficoltà o dolore nei futuri rapporti (dispareunia). Il ginecologo saprà valutare la situazione e consigliare la soluzione più adatta.


Sicurezza dell'assorbente interno

Se inserito correttamente il tampone non può uscire da solo, né può restare bloccato tra le pareti della vagina. Anche il cordino è saldamente attaccato al tampone ed è improbabile che si spezzi ma nel caso dovesse accadere non c’è possibilità che l’oggetto si “perda” o finisca in addome! La vagina, infatti, in condizioni di riposo è solo qualche centimetro più lunga del tampone e finisce a fondo cieco: dunque, il dispositivo è facilmente recuperabile e rimovibile aiutandosi con le dita. Se la rimozione non riesce, il proprio medico risolverà sicuramente il problema.


La Sindrome da Shock Tossico (TSS)

La Sindrome da Shock Tossico è causata da due tipi di batteri: lo Stafilococco aureo e lo Streptococco beta emolitico di gruppo A, entrambi comunemente presenti nel nostro corpo e, in genere, non problematici. Questi microrganismi producono tossine che, in rari casi, possono diffondersi nel sangue e causare la sindrome SST che si manifesta con febbre improvvisa molto alta, vomito, diarrea, vertigini, svenimenti e collasso.

La maggioranza delle SST è causata dalla tossina dello Stafilococco aureo e si presenta in prevalenza nelle donne che fanno uso di assorbenti interni. Il rischio è più alto nelle giovani donne (sotto i 30 anni) e nelle teenager in quanto non hanno ancora sviluppato anticorpi contro la tossina.

La SST fu identificata come conseguenza dell’uso dei tamponi interni negli anni '80 del secolo scorso quando il tampone entrò largamente in uso per la prima volta. Nel 1980 furono segnalati negli Stati Uniti complessivamente 812 casi di SST correlati alla mestruazione, di cui 38 fatali. A giugno 1983, i casi segnalati salivano a 2.200. Il fenomeno ebbe grande rilevanza sia mediatica che scientifica ed obbligò le case produttrici, che peraltro dovettero affrontare migliaia di cause di risarcimento, a modificare, dopo numerosi studi e ricerche, la composizione del tampone.

L’incidenza da allora è calata drasticamente, passando da una preoccupante cifra di circa 12 su 100.000 donne mestruanti/anno a 1 su centomila. Questa riduzione significativa, che fa oggi della SST in seguito all’uso dei tamponi interni una evenienza molto rara, è dovuta, oltre al cambio del materiale di cui sono composti i tamponi, anche ad una capillare educazione sanitaria riguardo l’uso corretto dei dispositivi, basata su pochi elementari accorgimenti che abbiamo illustrato.

Sebbene l’uso dei tamponi rimanga ancora la principale causa di SST, sono stati descritti alcuni casi dovuti all’uso di contraccettivi di barriera, quali il diaframma o le spugne vaginali, o come conseguenza di infezioni da stafilococco dopo il parto o dopo interventi chirurgici.

La SST può colpire anche bambini, uomini e donne adulte che non fanno uso di tamponi. In questi casi, il batterio responsabile della patologia è da ricercarsi in un’infezione da Streptococco beta emolitico di gruppo A su ferite o ustioni, in interventi chirurgici o in seguito a malattie debilitanti. La SST è anche una temibile complicanza della varicella, causata appunto dallo Streptococco beta emolitico.

In caso di sospetta SST durante l’uso dell’assorbente, è opportuno, oltre alla rimozione immediata, consultare urgentemente il medico.


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