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Protesi mammarie e rischio oncologico

La Food and Drug Administration (FDA), principale agenzia regolatoria degli Stati Uniti per la protezione della salute pubblica che garantisce la sicurezza e l’efficacia di farmaci, vaccini, dispositivi medici e integratori alimentari, ha segnalato il rischio, seppure raro, di sviluppo di alcuni tumori (linfomi e carcinomi) nella capsula e nel tessuto cicatriziale attorno alla protesi mammaria. Le segnalazioni riguardano sia protesi mammarie testurizzate e lisce, sia protesi mammarie saline e di silicone. Segni e sintomi sono

rappresentati da gonfiore, dolore, noduli o alterazioni della pelle.


In alcuni casi, i tumori sono stati diagnosticati diversi anni dopo l'intervento protesico. Tasso di incidenza e fattori di rischio sono al momento sconosciuti. Tutte le pazienti devono pertanto essere informate dei possibili rischi in caso di protesi.

La FDA statunitense ha dunque raccomandato ai produttori di includere nell’opuscolo informativo una checklist che sia agevolmente fruibile dalle pazienti.

Le attuali linee guida consigliano uno screening con risonanza magnetica tre anni dopo l'impianto protesico e poi ogni due anni. Nuove linee di raccomandazioni, alla luce dei più recenti dati, propongono che le pazienti asintomatiche siano sottoposte a screening con ecografia o con risonanza magnetica cinque-sei anni dopo l'impianto e poi ogni due anni. La risonanza magnetica è consigliata in ogni momento nel casouna paziente presenti dei sintomi o la lettura dell’esame ecografico sia incerta.

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