Toxoplasmosi e gravidanza
- Dott. Cesare Gentili
- 13 set 2021
- Tempo di lettura: 1 min
È opinione diffusa anche tra i medici che contrarre una infezione da toxplasmosi sia facile per chi consuma carni e cibi crudi o poco cotti, compresi uova e creme, e persino il pesto, tanto da sconsigliarne l’uso in gravidanza.
Le cose non stanno propriamente così.

La toxoplasmosi è causata un protozoo. Questo microrganismo, peraltro estremamente labile, viene trasmesso agli animali (soprattutto i maiali) e all'uomo attraverso gli escrementi di animali domestici, prevalentemente il gatto, che è l’ospite definitivo e che, a sua volta, viene infettato per assunzione di carne infetta o tramite ingestione di oociti escreti da altri gatti.
Il microrganismo può trovarsi in natura in altri ospiti accidentali, quali animali carnivori, onnivori ed erbivori (alcuni mammiferi, uccelli e qualche rettile) ma rappresentano una quota irrilevante nella trasmissione e contagio della malattia.
Il rischio di contrarre la toxoplasmosi nella popolazione generale oggi è estremamente basso. Lo dimostrano i dati: la stragrande maggioranza delle giovani generazioni (negativa al TOXO test) risulta non aver mai contratto la malattia nell’arco della vita. Questo è dovuto al fatto che i cibi che noi mangiamo vengono da produzioni igienicamente controllate e difficilmente raggiungibili da animali in grado di contaminarle. Parlo dunque di serre e di grandi produzioni ortofrutticole, di allevamenti a carattere industriale di suini e bovini dove, purtroppo, scrofe e vacche non abbandonano mai la stalla.
Assicuro che è veramente difficile contrarre una toxoplasmosi tra la popolazione oggi.
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